G. Abram

sculture, dipinti, disegni

 

Di Carlo Mola

ARTISTA RICCO DI AUTENTICITÀ

ABRAM RIVELA TECNICA E STILE

Innamorato dell'arte viaggia alla ricerca di musei e di… Rodin

Vi è in questo scultore valtellinese la presenta di un'autenticità che raramente si riscontra in artisti contemporanei. Non si tratta di un uso più o meno sapiente di un materiale come il bronzo o di una capacità tecnico-stilistica, per altro assai considerevole in un giovane artista autodidatta, Si tratta, piuttosto, della scelta di fondo: che è quella di un vasto archivio della memoria dove l'Abram, in modo assai ricco e personale, fa rivivere le sue esperienze visive e tattili con il mondo della grande scultura.
Innamorato dell'alte egli viaggia nelle città del mondo, alla ricerca di musei ed in particolare alla ricerca degli scultori e del suo amatissimo Rodin. Ne esce così tutta una serie di citazioni e rimandi ma detti senza sottintesi, impetuosamente e facilmente, con una carica che spesso può anche definirsi dirompente ma sempre assai viva e spontanea. I rimandi a Rodin sono visibili in alcune figure maschili e femminili che richiamano, ad esempio, "l'età del bronzo", dalla Tate Gallery di Londra od il "San Giovanni Battista" sempre della stessa Tate Gallery.
Ma sia ben chiaro, che l'Abram, è sempre più attento ad un continuo rinnovamento e ricerca, dimostrabile nei bellissimi pannelli della "Strage degli Innocenti". Con quel gioco di basso ed altorilievo e quella figura di donna urlante di disperazione che fugge da una finestra. Meditazione sul dolore e lo schianto universale. Qui quasi più da pittura del '600 lombardo (pensiamo al Cerano ed al Morazzone). Oppure quella testa di bimbo che ricorda, si, il genio di Medardo Rosso, ma rivisitato da questo nostro bravissimo con valligiano che ha in sé una carica di forza non comune.
Anche in opere di grande impegno, per i siti in cui sono state collocate – pensiamo alle porte della chiesa parrocchiale di Mossini e per le altre ancor più importanti dell'abbazia di Piona -, l'Abram si dimostra scultore di grande impegno ed anche capace di una inusitata sobrietà. In particolare nella porta della chiesa di S.Nicolao dell'abbazia di Piona, appunto, dove è raffigurata la vita di S.Benedetto da Norcia; con una bella capacitä di regolare le luci ed ombre dettate dal bassorilievo e dalle formelle.
Vi è spesso, nella scultura dell'Abram, una materialità che si redime, man mano che la si osserva più attentamente, in una ricca carica emotiva che cerca di dimenticare la prorompente vitalità per annullarsi in una viva spiritualità. Ecco perché il soggetto della donna che fugge dalla finestra trova una sua spiegazione autentica. Ed è uno dei soggetti più amati dal nostro scultore assieme ai cavalli.
Ed ancora le belle e materiali figure di donna sospinte però da questo vento nato da una sorgente di luminosità intensa e vibrante.